Integrating Movement Therapy into Osteopathic Practice: The Common Ground of Continuum Movement & Osteopathy, Bonnie Gintis, D.O.
Integrazione della terapia del movimento nella pratica osteopatica: la base comune del Continuum Movement e dell’Osteopatia
Articolo che accompagnava una presentazione fatta il 22 giugno 2001 alla Conferenza annuale dell’Accademia Craniale, Rancho Mirage, California.
Introduzione
È proprio un peccato che il nostro istinto naturale a muoverci sia stato cancellato dalla nostra vita di tutti i giorni. Molta gente purtroppo è convinta che fare del moto sia soltanto un esercizio fisico. La maggior parte dei medici considera l’esercizio fisico una forma di terapia, e lo prescrivono come una medicina. Emilie Conrad, la fondatrice di Continuum Movement, sostiene che «il movimento è ciò che siamo, non qualcosa che facciamo» (Conrad 1998, p. 49). Tenendo presente questa affermazione, come risolviamo lo stridente contrasto fra la rigidità di un programma ginnico e la libera creatività di un movimento guidato dall’istinto?
Idealmente, non saremmo in grado di distinguere fra il movimento e il resto della nostra vita. Se veramente unificata, un’unità funzionale integrata non può essere sentita come un insieme di parti distinte. Ma molto spesso abbiamo la sensazione che il movimento presenti qualche disfunzione o sia addirittura assente. Prima che diventi un aspetto naturale della vita di una persona può essere necessario che sia praticato alla stregua di un esercizio o una terapia. Viviamo in tempi frenetici, sì che le nostre vite possono essere facilmente dissociate e fatte a pezzi. Siamo separati dal mondo della natura, dai nostri ritmi naturali e dal nostro istinto naturale a muoverci sentito come parte del nostro meccanismo omeostatico capace di correggersi e guarirsi spontaneamente. È perciò indispensabile esaminare i nostri atteggiamenti e la nostra esperienza del movimento, e discutere di Integrazione della terapia del movimento nella pratica osteopatica.
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